La truffa scoperta da una giornalista di Vice: «Vengono sfruttate le regole mal scritte di Airbnb per raccogliere migliaia di dollari attraverso annunci falsi, recensioni false e, quando necessario, intimidazioni»
A metà settembre Allie Conti è andata a Chicago con degli amici per un festival musicale. Mentre aspettava di entrare nell’appartamento che aveva affittato su Airbnb ha ricevuto una chiamata con il prefisso di Los Angeles: c’era stato un problema con il precedente «ospite» — le ha detto il sedicente padrone di casa — che aveva intasato la toilette e reso la casa impraticabile. Ma poteva scegliere di andare in un’altra sua proprietà, più grande, se era disponibile a cancellare la prenotazione. Quando ha raggiunto il nuovo alloggio, ha scoperto che non assomigliava per niente alle foto pubblicate nell’annuncio su internet, ma era semivuoto e bisognoso di manutenzione. Il giorno dopo il padrone di casa l’ha chiamata ancora per dirle che il primo appartamento non era stato sistemato e che doveva lasciare anche quello in cui si trovava perché stavano arrivando gli ospiti che lo avevano prenotato in precedenza.
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Conti è andata in hotel e nei giorni successivi ha chiesto un rimborso a Airbnb: ha ricevuto solo 399 dollari dei 1.221.20, che ha pagato, e questo perché ha tartassato il servizio clienti del sito. Quello che segue su Vice è il racconto di come ha scoperto che l’«incidente» che le è capitato era parte di una truffa di portata nazionale
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