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Catalogo delle single: «Il primo processo per dati rubati ai social»

Catalogo delle single: «Il primo processo per dati rubati ai social»
Scritto da gestore

In aula l’autore del libretto, venduto due anni fa a 7 euro, con i profili Facebook. La difesa: nessun sistema di sicurezza è stato violato

«Quello che chiediamo è molto semplice: nessuno può saccheggiare impunemente i dati di una persona affidati ad una piattaforma social con determinate clausole e utilizzarli per finalità diverse, svilenti e umilianti. Con questo processo, il primo di questo tipo in Italia, vogliamo sancire un principio di diritto destinato a fare giurisprudenza in merito ai reati sul web». Il dibattimento è ancora lontano, ma l’avvocato Marisa Marraffino ha già pronta l’arringa. Nei giorni scorsi la prima udienza del processo nei confronti di Antonio Nicola Marongelli, 51 anni, originario di Reggio Calabria, casa a Valmadrera, autore del catalogo con i profili Facebook di 1.218 donne lecchesi, tutte single. Opuscolo messo in vendita in rete nel 2017 a meno di sette euro e poi ritirato non appena scoppiato il caso. L’uomo, che rischia fino a sei anni di carcere, è accusato di trattamento illecito di dati personali, diffamazione aggravata e sostituzione di persona.
A denunciarlo 26 donne finite a loro insaputa nell’opuscolo, otto si sono costitute parte civile, affidandosi con un’azione collettiva alla giovane legale milanese, esperta di reati informatici e autrice di un manuale proprio sui cyber crimini. «Le mie assistite improvvisamente si sono trovate sommerse da richieste e messaggi ammiccanti: non sono uscite di casa per mesi, messe alla gogna perché dipinte come disponibili e sul mercato. Con questo processo dobbiamo riscrivere un principio di civiltà», spiega la Marraffino, che un primo risultato l’ha già portato a casa. Grazie anche al reclamo formale inoltrato da lei al colosso social a nome dalle donne lecchesi, i dati relativi allo stato civile e all’orientamento sessuale degli utenti di Facebook non sono più visibili di default come avveniva in passato, ma solo su esplicito consenso.
Dopo la prima udienza il procedimento è stato aggiornato al prossimo 10 maggio quando il giudice Maria Chiara Arrighi dovrà esprimersi sulla richiesta di costituzione di parte civile della consigliera di parità della Provincia di Lecco, Adriana Ventura, che fin da subito si è mossa a sostegno delle persone finite sul catalogo, e dell’associazione Telefono Donna. «Nessun rito abbreviato — annuncia l’avvocato di Marongelli, Stefano Pelizzari —. Abbiamo scelto di andare a dibattimento perché il mio assistito ha semplicemente fatto qualcosa ritenendo fosse lecito, come ci auguriamo di poter dimostrare durante il processo: i profili erano pubblici, una raccolta di dati disponibili in rete, per averli non è stato violato alcun dispositivo di sicurezza. E dunque, di cosa stiamo parlando?».

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https://milano.corriere.it/19_aprile_09/lecco-catalogo-single-il-primo-processo-dati-rubati-social-bec4bc04-5a8a-11e9-a26f-7e2e79e4f044.shtml?refresh_ce-cp