Lโeraย dei social: nessuno escluso, o quasi.
Le reti virtuali stanno trasformando velocemente il modo in cui tutti noi interagiamo con gli altri, sia nel lavoro che nella vita privata; se รจ vero che ciรฒ ha creato opportunitร di apprendimento e creativitร รจ pur vero che esiste il rovescio della medaglia.
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Tutti ci siamo ยซcadutiยป dentro, basta guardarci intorno per notare grandi e piccini con la testa china sullo smartphone quando siamo al cinema, al ristorante, al mare, a scuola o sul posto di lavoro.
Di seguito, i disturbi psicologici piรน frequenti legati allโutilizzo eccessivo dei social.
Compulsione
Aprire e chiudere continuamente Facebook, in un gesto automatico e ripetitivo anche durante una cena romantica. Spesso non si guarda nulla di preciso e quasi in un rituale prestabilito si passa ad aprire Whatsapp anche solo per rileggere conversazioni.
Disturbo del sonno
Ritardare lโora del sonno o svegliarsi durante la notte per controllare le notifiche, abbassa la qualitร del riposo aumentando la secrezione di adrenalina in un dannoso circolo vizioso: meno dormo, piรน produco adrenalina, meno dormo.
Distimia
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Disturbo dellโumore in relazione a quello che gli altri fanno, alla sensazione di non essere come loro e di avere una vita insignificante. Il social รจ una lente distorta della vita mondana con milioni di foto e video di volti sorridenti e felici, una sconfitta per chi si sente fragile e inadeguato.
Dipendenza
Piรน della sigaretta e dellโalcool, i social creano dipendenza. Un malessere profondo di noia con agitazione e scatti dโira se la batteria รจ scarica o se salta il segnale: panico da telefono spento.
Ipomania
Smisurata sopravvalutazione delle proprie capacitร di pensiero politico, sociale e dellโumorismo. Post ripetuti sulla propria visione del mondo ritenuta giusta e indiscutibile.
Paranoia
Malessere per ogni commento ironico o negativo al proprio post, offesa per ogni frase dellโaltro che si ritiene diretta a sรฉ stessi. Spesso si va sul profilo della persona per criticarne ogni minima espressione, per poi scrivere lunghi monologhi convinti che chi debba capire capisca.
Sindrome maniaco-depressiva
Lโutente si sente deluso da tutto ciรฒ che legge, non riesce a cambiare le idee degli altri e decide di abbandonare la scena in un teatrale: ยซbasta, esco da Facebookยป. Per poi ritornare aspettandosi applausi.
Sdoppiamento della personalitร
Netta differenza tra la ยซnormalissimaยป vita reale a tratti un pรฒ noiosa, e quella frizzante e sempre piena di eventi che si mostra sui social, a partire dai grandi sorrisi, i tanti amici e le serate in giro per i locali.
Aggressivitร
Scoppi di rabbia e aggressivitร , reazioni spropositate che vanno oltre la logica virtuale (segnalare profili, chiedere agli altri di schierarsi in guerre contro ipotetici nemici, ecc.) ripetuti post con atteggiamenti da dittatore che rischiano la denuncia per diffamazione.
Crisi di panico
Intensa paura di non ricevere like e commenti ai post: zero interazione. La sensazione รจ di crescente solitudine, delusione per tutto il tempo investito a creare relazioni e simpatie. Vuoto e umore basso spingono lโutente a strafare per attirare attenzione, a scrivere e rimuovere subito dopo e la perenne attesa di riscontro si traduce in ansia.
Follia a due
Sindrome โFolie ร deuxโ, descritta da Lasegue e Falret nel 1873 per indicare deliri paranoici trasmessi dallโuno allโaltro in una coppia. I due soggetti si commentano i post e le foto che trovano sempre meravigliose, e insieme ยซcombattonoยป contro il mondo intero credendosi una forza della natura.
Eccitamento maniacale
Alterazione maniacale, in eterna oscillazione tra senso di inferioritร e narcisismo, che porta a lamentarsi per torti e ingiustizie reali o percepite. Uso spropositato di lettere maiuscole, parole su parole che sfociano in turpiloqui volgari. Condivisione, commenti, interventi inadeguati in gruppi ed eventi.
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete allโindirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno